Come creare un protagonista che lascia il segno.
Un protagonista memorabile non nasce dal “carisma” generico, ma dall’incrocio di desiderio, bisogno, conflitto e scelte. Ecco come costruirlo in modo solido e incisivo.
1) Desiderio esterno vs bisogno interno
Dagli un obiettivo concreto (ciò che vuole: vincere una gara, salvare qualcuno, rubare un tesoro) e un bisogno profondo (ciò che gli manca per essere intero: perdonarsi, fidarsi, accettare un limite). la trama mette ostacoli tra il personaggio e il desiderio; nel farlo lo costringe a guardare in faccia il bisogno. Il lettore “tifa” per l’obiettivo, ma resta toccato solo se la ferita interiore viene affrontata (o negata, con esito tragico/amara vittoria).
2) Ferita e difetto fatale
Una ferita originaria (perdita, tradimento, fallimento) ha generato un meccanismo di difesa: il difetto che lo sabota (controllo, cinismo, compiacenza). Il difetto deve aiutarlo all’inizio e poi costargli caro: così la trasformazione è necessaria.
3) Contraddizione attiva
Evita etichette (“coraggioso”, “leale”). Mostra una tensione interna: generoso ma avaro di sé, brillante ma impulsivo. Le contraddizioni sono calamite narrative.
4) Scelte con conseguenze
Un buon protagonista agisce e paga un prezzo. Costruisci snodi decisionali irreversibili: accetta il duello, tradisce un alleato, dice la verità sbagliata. Senza scelte, non c’è arco.
5) Antagonista-specchio
Progetta un avversario che incarna l’ombra del protagonista: stesso desiderio, valori opposti; o stesso bisogno, soluzione distorta. Ogni scontro rivela (e stressa) la sua identità.
6) Competenze e lacune
Dagli una competenza distintiva (sa orientarsi al buio, legge le persone, parla tre dialetti) e una lacuna pratica che lo espone (non sa chiedere aiuto, non sa nuotare). Evita l’eroe “onnipotente”.
7) Voce e punto di vista
La voce non è slang: è scelta di dettagli e prospettiva, è il filtro con cui il protagonista percepisce e nomina il mondo: lessico, metafore, ritmo, cosa nota per prima, cosa ignora. Quattro leve pratiche:
· Vocabolario (tecnico/semplice, concreto/astratto).
· Metafore coerenti con mestiere/passato (un marinaio pensa in venti e correnti, non in Excel).
· Focalizzazione dei dettagli (nota prima le uscite o le persone? i suoni o le traiettorie?).
· Sintassi/ritmo (frasi spezzate vs periodi lunghi; ironia vs asciuttezza).
8) Arco visibile
Progetta scene-specchio, una all’inizio e una alla fine, che mettono il personaggio nella stessa situazione, ma che lo vedono reagire in modo opposto. Lì percepiamo il suo cambiamento.
9) Oggetti-totem e gesti
Un oggetto (coltello del padre, taccuino unto), un gesto (farsi il nodo alla manica prima del rischio) ancorano il personaggio nella memoria sensoriale del lettore.
Tre errori comuni che rendono antipatico il tuo protagonista.
- Biografia al posto di dramma (togli il “curriculum”, lascia che il lettore veda le scelte che fa, come interagisce con gli altri e ascolti quello in cui crede direttamente dalle sue parole).
- Salvataggi dall’autore (deus ex machina): se lo metti nei guai, lasciacelo e lascia che paghi sempre le sue scelte.
- Simpatia cercata a tavolino: meglio un difetto onesto di dieci buone intenzioni. Superman è interessante finché non diventa Superman!
Checklist lampo per testare il tuo personaggio
- Logline del personaggio: “Il personaggio vuole Y, ma il difetto Z lo blocca, finché l’evento K lo costringe a scegliere tra prezzo A e valore B.” (es. Un giovane timoniere assetato di gloria vuole recuperare un medaglione leggendario, ma l’orgoglio lo acceca; quando la ciurma è in pericolo, deve scegliere fra il bottino (prezzo: tradire i compagni) o la salvezza dell’equipaggio (valore: fratellanza).
- Quattro verbi che lo definiscono in azione (es. evita, sfida, protegge, mente).
- Una paura segreta + un confine che non varcherà… finché la storia non lo spinge a farlo.
- Scrivi una scena banco di prova (3–5 pagine): nient’altro che obiettivo → ostacolo → scelta → conseguenza. Se vibra, hai un protagonista che resta.




